2000

Bentornati

Cari amici, siamo giunti al quarto anno di appuntamenti con Venerdìmusica, e siamo qui malgrado le mille difficoltà in uno dei periodi più antimusicali che l'Italia - patria della moderna notazione musicale, patria dell'opera, patria del pianoforte - abbia conosciuto. Saremo ancora insieme, nel saloncino de "Il Tempio", a cantare fuori dal coro dei Media (a cui la musica classica sembra dar solo fastidio), delle tendenze comuni (orientate verso tutt'altro genere di svaghi) e della solita mentalità di cassetta.
Sì, fuori dal coro, proprio come Dàmaris.
Già, Dàmaris! Qualcuno ogni tanto mi chiede ancora il perché di questo strano nome, e credo che la questione meriti qualche riga a proposito.
La scelta di chiamare Dàmaris questa Associazione é stato a parer mio un vero e proprio colpo di genio di uno dei fondatori, anche se - lo confesso - inizialmente io stesso ero un po' scettico, data la scarsa notorietà delm personaggio di Damàride. Col passare del tempo mi sono invece reso conto che forse non esiste nome più appropriato per questa Associazione.
Il nome di Dàmaris (o Damàride) appare una sola volta nei Vangeli, la si può trovare negli Atti degli Apostoli quando Paolo, recatosi ad Atene, pronuncia il suo discorso all'Areopago.

...Paolo, ritto in mezzo all'Areopago, disse: « Ateniesi, sotto ogni rapporto, io vi trovo grandemente religiosi. Percorrendo infatti la vostra città e vedendo gli oggetti della vostra venerazione, ho trovato pure un altare con questa iscrizione: A un Dio ignoto!
Quello che voi venerate senza conoscerlo, io lo annunzio a voi. Il Dio che ha creato il mondo e tutto quello che in esso si trova, essendo il Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti con le mani, né è servito dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di qualche cosa, egli che dà ad ognuno la vita, il respiro, tutto [...] In Lui infatti noi viviamo, ci muoviamo e siamo, come hanno detto alcuni dei vostri poeti: di Lui infatti progenie siamo.
Dunque essendo noi progenie di Dio, non dobbiamo credere che la divinità sia somigliante a dell'oro o a dell'argento. [...] Perciò Iddio non tollerando più i tempi di questa ignoranza, annunzia agli uomini che tutti e in ogni luogo devono pentirsi, perché ha fissato un giorno in cui a rigor di giustizia, giudicherà il mondo per mezzo di un uomo, che egli ha designato, dandone sicura prova a tutti noi col resuscitarlo dai morti ».
Quando intesero parlare di resurrezione dei morti, alcuni ci risero, altri dissero: « Di questo ti ascolteremo un'altra volta ».
Alcuni però si unirono a lui e credettero, fra i quali Dionigi l'Areopagita, una donna di nome Damàride ed altri con loro.
(Atti 17, 22 - 34)

Anche chi non è credente potrà facilmente comprendere il messaggio che emana la figura di Dàmaris: è colei che non va via, colei che non segue la massa, è colei che crede in qualcosa di più delle divinità somiglianti a dell'oro, in templii costruiti con le mani, colei che canta fuori dal coro, assieme a pochi altri.
Non è facile credere in qualcosa che non luccica, non è facile rischiare di andare dove gli altri non vanno: il discorso funziona benissimo non soltanto per la fede dei primi cristiani, ma anche per quanto riguarda la cultura dei nostri giorni.

Certo, le difficoltà ci sono eccome, ma per il quarto anno consecutivo tutti gli appuntamenti di VenerdìMusica saranno gratuiti e aperti a tutti: è uno sforzo notevole, e senza alcun ritorno materiale. Forse questo è bizzarro ed insensato, oggi che impera il dio quattrino, e i messaggi ed i modelli che la società ci manda sono impietosamente materiali: se crei l'evento, se fai scalpore, se muovi le masse (e quindi i soldi), allora hai valore, indipendentemente dalla bontà di quel che fai, se invece non sei popolare, allora sei solo un visionario!
Viva il rock, dunque, viva l'ultimo album della star più fracassona puntualmente presente ad ogni fine telegiornale per soli scopi di cassetta (ma nessuno ha il buon gusto di scriverci "messaggio promozionale"?!), e la classica... dov'è?
Ma certo che c'è! C'è a mezzanotte, la domenica mattina alle otto, a capodanno col solito programma straussiano; oppure c'è quando fa comodo per qualche occasione particolarmente "in" col grande nome e tutti i posti riservati per i Vip!
Ma Dàmaris non è là, non è in mezzo al clamore, non è a fare "ciao" con la manina alle spalle dell'intervistato, non è presente all'evento di una sola sera, non le interessa di poterne parlare il giorno dopo.
Dàmaris è alla ricerca di qualcos'altro, di qualcosa di diverso che non finisca in un solo giorno, in una sola sera, Dàmaris è colei che cerca "continuamente" assieme a pochi altri. E direi che nell'arco di questi quattro anni, quei pochi non sono stati poi così pochi, e pochi non sono quelli che seguono la cultura in genere nel nostro Paese, ma vallo a spiegare a chi comanda...!
Così, per chi lo desidera, saremo ancora qui ad offrirvi delle serate alternative al clamore che ci circonda, senza impasticcarvi di pubblicità fra un brano e l'altro. Qui non troverete l'avvenimento di cui parlare per tutta la settimana, ma non troverete neanche dei muri: quello che avverrà qui dentro sarà a vostra disposizione, e nei limiti del possibile troverete sempre una mano tesa che vi accompagnerà.

Di questo dobbiamo ringraziare S. E. Monsignor Scatizzi e la sua grande sensibilità per Dàmaris, nonché la Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che anche quest'anno ha creduto in noi, e il Tempio che da sempre ospita le attività ed offre una concreta collaborazione.

L'arte è la cosa inutile per eccellenza, non è vero? In realtà tutti sappiamo che serve a migliorare l'individuo e a far sì che egli a sua volta migliori chi gli sta vicino.
Il pubblico di VenerdìMusica è ormai un pubblico invidiabile: attento, critico, preparato e partecipe. Ho scelto di proseguire anche quest'anno con le note sui brani in programma, anche se in molti casi sono ormai superflue, ma voglio sperare che si aggiunga a questa piccola comunità sempre qualcuno che ha bisogno di essere preso per mano e avvicinato a questo mondo di suoni così lontano dal presente.
Vogliate prendere, come sempre, queste note come dei piccoli promemoria di ascolto perdonandomi le inevitabili omissioni e semplificazioni; io vi ringrazio a nome di Dàmaris per essere ancora qui, rinunciando alla comoda poltrona di casa e alle più facili serate tradizionali, e vi auguro una piacevole permanenza in questa piccola sala a fianco di tanti Damàride, Dionigi e di tanti "pochi altri".

Rodolfo Alessandrini